Una poesia che nega, deride, distrugge...La poesia dialettale nella nuova Italia da Carducci a Croce

Sala 1

12 novembre 2007 - Convegno

 

Nella ricorrenza del centenario della morte di Giosuè Carducci, la Biblioteca nazionale di Roma e il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli promuovono un convegno di studi che affronta la discussione intorno al dialetto negli anni compresi tra l'Unità d'Italia e la prima guerra mondiale.

Sulla questione proprio in quegli anni si svolgeva in sede nazionale un dibattito di forte vivacità e acutezza che vedeva impegnate, sui vari fronti, le migliori intelligenze critiche, Carducci innanzitutto, e poi sempre più autorevole, Benedetto Croce. Il dibattito era ulteriormente articolato dal fatto che in quel periodo si stava diffondendo - prima clandestinamente attraverso copie apografe, poi con la pubblicazione a stampa alla fine degli anni Ottanta - la conoscenza dei sonetti di Belli, sui quali il giudizio tendeva a disporsi su schieramenti discordanti o contrapposti.

Il convegno ripercorre e approfondisce i termini fondamentali del dibattito sul dialetto, a partire dal celebre apprezzamento negativo della poesia bellina (accomunata a quella di Porta) espresso da Carducci, il cui giudizio (citato nel titolo della manifestazione) nella sua completezza era così formulato: «Grandissima l'arte e la potenza del Porta e del Belli, ma in una poesia che nega, deride, distrugge».

Programma (scarica pdf)

 

Ente promotore: Biblioteca nazionale centrale di Roma

Sala 1: ore 9,30

Ingresso libero


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