La digitalizzazione dei manoscritti del Fondo Greci

Biblioteca nazionale centrale di Roma

10 gennaio 2023 - Biblioteca digitale

Gr. 15_carta 32r
Gr. 15_carta 32r

Con la pubblicazione del Greco 24 nella teca digitale si conclude il lavoro di digitalizzazione del fondo dei manoscritti in lingua greca appartenenti all’omonimo fondo Greci e conservati presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma.

Tali manoscritti sono entrati a far parte delle collezioni della biblioteca all’indomani della cosiddetta “guerra dei codici” che vide Congregazioni religiose e Stato italiano contendersi le raccolte di numerose biblioteche conventuali, a seguito delle leggi di confisca dei beni ecclesiastici emanate nel 1866 con il Regio Decreto n. 3036 ed estese al territorio di Roma con legge 1402 del 19 giugno 1873.

Come conseguenza di tali disposizioni pervenne presso la Biblioteca nazionale centrale - fondata nel 1876 – un immenso patrimonio librario, sia manoscritto che a stampa, fra cui anche un nucleo di manoscritti greci provenienti perlopiù dall’Ordine degli Scolopi di San Pantaleo, dai Gesuiti del Collegio Romano, dai Cappuccini della SS. Concezione e dai Teatini di S. Andrea della Valle.

Il fondo si presenta pertanto di natura piuttosto eterogenea, in quanto risultato di un “afflusso talora caotico e poco sorvegliato”, e la storia dei manoscritti in esso riuniti si lega necessariamente a quella degli ordini religiosi da cui provengono e alle vicende personali di alcuni studiosi ed eruditi di particolare rilievo che ne furono i primi possessori, a testimonianza del grande interesse verso la cultura greco-bizantina.

Fra tali personaggi figura in primo luogo il filologo e umanista francese Marc-Antoine Muret (Muret, 1526 – Roma, 1585) a cui appartennero ben quattro dei codici del fondo (Gr. 6, 8, 17, 18), donati poi per lascito testamentario al Collegio Romano dei Gesuiti per volere dell’omonimo nipote al fine di evitarne la dispersione. Di particolare rilievo il Greco 6, già appartenuto al filologo bizantino Costantino Lascaris, uno dei codici più antichi e importanti dell’intero fondo, databile tra il IX e il X secolo e contenente gli Scholia D (o Scholia minora) dell’Iliade.

Ad oggi il Fondo Greci, uno dei pochi fondi aperti della Biblioteca – che quindi può essere incrementato con nuove accessioni - conserva 24 manoscritti (Greci 1-24), databili entro un arco temporale molto ampio che va dal IX al XIX secolo circa.

Comprende testi di letteratura classica (Omero, Esiodo, Eschilo, Teocrito), di argomento religioso (liturgie, opere devozionali ecc.) o filosofico-matematico (Gr. 23 e 24), ma vi figura anche una guida per pellegrinaggi in Terra Santa (Gr. 15) arricchita da pregevoli disegni a colori raffiguranti i luoghi sacri, come Gerusalemme e Betlemme.

Il fondo è stato attentamente analizzato in un catalogo tematico pubblicato nel 2016 sotto gli auspici della Commissione Nazionale “Indici e Cataloghi delle Biblioteche Italiane” (Catalogo dei manoscritti greci della Biblioteca nazionale centrale di Roma, [a cura di] Domenico Surace. Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2016. «Nuova serie», n. XXIV), che prende in esame anche alcuni manufatti greci conservati in altri fondi della BNCR; è inoltre esaustivamente descritto nel database Manus OnLine e dalle singole schede catalografiche è ora possibile raggiungere le relative copie digitali pubblicate nella teca della Biblioteca.

Il progetto di digitalizzazione, che ha previsto l’acquisizione, post-produzione e metadatazione di 4.998 immagini, è stato condotto interamente “in house” grazie alla continua collaborazione fra il Dipartimento Manoscritti e rari e l’Ufficio Digital Library, nell’ambito delle ormai consolidate politiche di incremento delle collezioni digitali volte a favorire la più ampia fruizione del patrimonio e la migliore conservazione dei materiali bibliografici antichi, rari e di pregio.

 Il fondo può essere esplorato nella biblioteca digitale  cliccando qui

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