Italo Calvino

Italo Calvino (Santiago de Las Vegas 1923 - Siena 1985)

Italo Calvino, come il protagonista de Il barone rampante che vive sugli alberi, osserva “da lontano” la realtà con un distacco spesso ironico. A partire dall’impegno giovanile nell’immediato dopoguerra – nel 1947 esce Il sentiero dei nidi di ragno – e fino agli anni Ottanta di fronte a un mondo ormai privo di ordine, decide di seguire le radicali trasformazioni della società con una scrittura dalla forte carica inventiva, attenta alla realtà e all’artificio. Affascinato dal romanzo cavalleresco, nella trilogia I nostri antenatiIl visconte dimezzato del 1952, Il barone rampante del 1957 e Il cavaliere inesistente del 1959 – lega il suo gusto favoloso alle multiformi apparenze del mondo. Dagli anni Sessanta in poi alla sua continua esplorazione della realtà si unisce quella sulle infinite possibilità del narrare e sui propri stessi limiti. I testi, tra i quali un posto di rilievo viene ricoperto da Le città invisibili del 1972, seguono insoliti giochi e processi combinatori. Calvino mette a disposizione la sua penna non solo per i propri libri ma anche per quelli degli altri grazie alla sua lunga attività presso la casa editrice Einaudi, dove lavora anche Natalia Ginzburg, durante la quale condivide con Elio Vittorini l’importante esperienza della collana I gettoni e dirige la collana Centopagine. Questo gli permette di partecipare alla formazione di una nuova cultura, sebbene dietro quell’impiego a tempo pieno, che toglie spazio alla propria scrittura, si nasconda «quel sordo rimorso in fondo al cuore che è per lo scrittore lo spettro della propria scrivania che l’attende con la pila dei fogli immacolati». È quanto il 2 marzo 1950 Calvino scrive a Elsa Morante, con la quale intrattiene uno scambio epistolare vivace, di confronto affettuoso ma al tempo stesso rigoroso.