Tra Africa e Oriente le collezioni dell’IsIAO alla Biblioteca Nazionale
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
9 maggio - 30 giugno 2017 - Mostra
L’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) è stato un ente pubblico, posto sotto la sorveglianza del Ministero degli Affari Esteri, che ha operato attivamente nel campo della promozione culturale tra l’Italia e i Paesi dell’Africa e dell’Asia. È stato posto in liquidazione coatta amministrativa nel gennaio 2012.
L’IsIAO è nato nel 1995 dalla fusione dell’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), fondato nel 1933 da Giovanni Gentile e Giuseppe Tucci, con l’Istituto italo-africano (IIA), fondato nel 1906.
Presieduto da Gherardo Gnoli, ha costituito centri di studio e di ricerca, organizzato mostre e conferenze, patrocinato convegni e seminari specialistici, edito riviste e pubblicazioni di riconosciuto valore accademico, istituito, sin dagli anni 1950, corsi di lingue e culture africane e orientali. Ha contribuito al restauro di siti prestigiosi (quali, per es., Persepoli in Iran) ed avviato programmi di cooperazione nel campo della conservazione e del restauro in Afghanistan, Armenia, Cina, Giordania, Iran, Iraq, Kazakistan, Mali, Nepal, Oman, Pakistan, Sudan, Tagikistan, Thailandia, Tunisia, Turkmenistan, Uzbekistan, Yemen.
Il nucleo centrale dell’Istituto è costituito dalla Biblioteca e dal patrimonio documentario.
La Biblioteca dell’IsIAO – che si articola in due sezioni, africana ed orientale – possiede circa duemilacinquecento testate periodiche, raccolte rare e di pregio (manoscritti, xilografia, antiche edizioni, carte geografiche, raccolte fotografiche, etc.). Di singolare rilevanza sono, tra gli altri, il Fondo Tucci composto da circa venticinquemila volumi, tra cui un copioso numero di xilografie e manoscritti in lingua tibetana ed un ricco numero di testi in cinese della tradizione buddista; una collezione di microfilm riproducenti alcune raccolte di manoscritti tibetani e cinesi provenienti dalle grotte di Dunhuang; il Fondo Quaroni di carattere indologico ed il Fondo Dubbiosi composto da numerose opere manoscritte in arabo.
Il patrimonio documentario è costituito dalla Fototeca, divisa in Sezione Africana ed Orientale e dalla Cartoteca.
La raccolta della sezione africana, ereditata dal Ministero delle Colonie, comprende circa centomila stampe fotografiche e ventimila negativi. Quella orientale è composta da cinquecentomila foto prodotte nel corso delle missioni dell’Istituto; di queste circa ottomila sono frutto delle spedizioni di Giuseppe Tucci nella regione himalayana.
La cartoteca è ricca di tremila carte geografiche, per un totale di quattordicimila fogli, provenienti dal servizio cartografico del Ministero delle Colonie. La raccolta, che va dal penultimo decennio del XIX secolo alla prima metà del XX, è la più importante del genere in Italia e riguarda in particolare Eritrea, Etiopia, Somalia e Libia.
La Biblioteca insieme al patrimonio documentario viene ora acquisita dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, a titolo di deposito, al fine di garantirne la tutela, valorizzazione e fruizione pubblica in una linea di continuità e di integrazione con i fondi orientali già presenti.