Fondo giapponese

I primi libri giapponesi sono pervenuti in biblioteca grazie all'acquisizione della biblioteca di Carlo Valenziani, professore di Lingue e Letterature dell'Estremo Oriente presso l'Università di Roma, il quale, nel lungo arco di tempo che va dal 1876 al 1896, vendette o, alternativamente, donò i suoi libri.
In adesione ad una politica di incremento delle raccolte già adottata per il fondo arabo, il direttore Giuliano Bonazzi nel 1915 promosse un importante acquisto di 131 opere giapponesi per un totale di 1380 volumi. L'ultima importante acquisizione avvenne alla fine degli anni Cinquanta con l'acquisto della biblioteca di Guido Perris, funzionario dell'Istituto Internazionale di Agricoltura, il quale aveva a lungo soggiornato in Cina e Giappone negli anni Trenta. Il nucleo più consistente della raccolta risale al periodo Meiji (1868-1912), e offre strumenti e fonti non solo per lo studio di quello specifico momento storico, ma più in generale, strumenti e fonti per la studio della civiltà classica giapponese. I manoscritti sono stati collocati tra i manoscritti orientali.
La collezione (4000 volumi a stampa per circa 1800 titoli) è consultabile grazie ad un catalogo per titoli a volume, anch'esso disponibile presso il settore delle Collezioni orientali.