Notizie storiche

Il 14 marzo 1876 la Biblioteca Nazionale di Roma, intitolata al Re Vittorio Emanuele II, veniva inaugurata per poi essere aperta al pubblico il 1° aprile dello stesso anno. Veniva così istituita la più grande biblioteca d’Italia, che avrebbe dovuto rappresentare il fulcro della cultura del Paese.

La nuova Nazionale di Roma nasceva con lo scopo di documentare la cultura italiana attraverso i tempi e di divulgare la cultura contemporanea nelle sue espressioni più diverse; come sottolineava nel suo discorso inaugurale l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Bonghi.

Nucleo originario del patrimonio librario della Biblioteca sono i fondi della Biblioteca Major o Secreta della Compagnia del Gesù a cui si aggiunsero anche i fondi manoscritti e a stampa di 69 biblioteche conventuali devolute al Regno d’Italia a seguito della legge sulle corporazioni religiose e sulla liquidazione dell’asse ecclesiastico estesa a Roma nel 1873.

La prima sede

La sede scelta per ospitare la neonata Biblioteca fu una porzione dell’espropriata Casa Major dei Gesuiti (il cosiddetto Collegio Romano) situata nella zona di Campo Marzio, tra piazza del Collegio Romano e piazza S. Ignazio.

Il cinquecentesco palazzo nasceva destinato alla formazione dei gesuiti nel più vasto piano di acculturazione dei fedeli e di creazione del consenso intorno alla Chiesa Riformata. In seguito ai bisogni conseguenti l’aumento del numero degli allievi nel1581 si diedero inizio ai lavori per la fabbrica dell’ampliamento del palazzo, grazie all’interessamento e alle donazioni di Papa Gregorio XIII, su disegno dell’architetto Giuseppe Valeriano.

Importanti mutazioni architettoniche  e urbanistiche che interessano il palazzo sono anche  la realizzazione della piazza del Collegio Romano (1659) e la torre destinata alle osservazioni astronomiche (1787).

Il palazzo ospiterà dapprima il museo di storia naturale (1823) e successivamente un museo preistorico (1876) contenete la collezione Pigorini, uno italico ed uno lapidario. Dal 1870 diventerà la prima scuola statale della Capitale, il Liceo Ginnasio “E.Q.Visconti”.

La Biblioteca vedrà i suoi ambienti suddivisi tra il piano terra destinato ai servizi generali e di pubblica lettura, e quelli superiori, tra cui la Sala a Crociera, destinati allo studio e alla consultazione dei libri antichi e manoscritti.

Purtroppo seppur nella sua bellezza e importanza le sale adibite nel Collegio Romano si rivelarono inadeguate a supportare i servizi della Biblioteca e insufficientemente grandi per poter ricevere i volumi che arrivavano in maniera sempre più numerosa con il deposito legale.

La nuova sede al Castro Pretorio

Il 31 gennaio 1975 veniva inaugurata la nuova sede dal Ministro per i Beni Culturali e ambientali Giovanni Spadolini, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Leone e delle altre cariche istituzionali.

Questo è il punto di arrivo di un lungo percorso iniziato nel 1959 con il concorso per il nuovo edificio, al quale risposero più di trenta gruppi di lavoro composti dai più importanti architetti della scena capitolina.

L’area indicata per la nuova sede era ed è quella di Castro Pretorio, fra la Città universitaria e la Stazione Termini. I progetti proponevano oltre a delle soluzioni per i problemi posti dalle nuove teorie biblioteconomiche anche una risistemazione urbanistica della zona interessata comprese le emergenze archeologiche delle mura Aureliane e del Castrum dei soldati pretoriani.

Il progetto scelto fu quello del gruppo di architetti Mario Castellazzi, Tullio Dell’Anese e Annibale Vitellozzi.

La nuova sede rappresenta il primo edificio in Italia realizzato appositamente per una grande biblioteca.

Il palazzo si articola in quattro corpi : il deposito libri che si sviluppa su dieci piani; gli uffici; le sale di lettura con gli spazi riservati al pubblico e una sala conferenze.

La Biblioteca inoltre può vantare, grazie all’indizione nel 1970 di uno specifico bando, di un’importante collezioni di opere d’arte contemporanee realizzate appositamente, come ad esempio la scultura di Pietro Consagra, gli arazzi di Afro e Capogrossi, gli affreschi di Anna Romano.