Novità in pillole

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

12 aprile 2021 - Notizie

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Nel corso della sua storia millenaria, il libro manoscritto ha mutato spesso forma e dimensione per adeguarsi agli usi più disparati e ai proprietari più insoliti.

Una delle forme codicologicamente più curiose e affascinanti è sicuramente quella del «libro da cintura», una particolare tipologia che fu in uso prevalentemente nei secoli XIV e XV.

I libri da cintura erano manufatti di piccole dimensioni facili da trasportare e adatti anche ai lunghi viaggi, caratterizzati da una legatura che sporgeva dal bordo inferiore dei piatti a formare un’appendice munita di gancio che si poteva appendere alla cintola, secondo lo stile dell’abbigliamento medievale.

Di solito tali codici contenevano libri d’ore, piccoli calendari, tavole astronomiche, libri didattici o professionali.

Eccone un esempio nel Vittorio Emanuele 1001 della BNCR, piccolo codice del sec. XIV che conserva un ricettario medico scritto prevalentemente in latino, i fogli del quale sono fissati con piccoli chiodi a una morsa triangolare di ottone che doveva essere agganciata alla cintura del suo proprietario, probabilmente un medico o uno studente di medicina.

L’anonimo possessore, con mano paziente e meticolosa, vi ha trascritto non solo ricette mediche e istruzioni per medicamenti, ma anche versi poetici di argomento medico.

Il manoscritto è stato acquistato nel febbraio 1932 presso il libraio Bevilacqua; recentemente digitalizzato e
pubblicato nella nostra Teca digitale, è ora interamente consultabile alla pagina:

http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_1001/BNCR_V_E_1001/1

Differentiarum, sive de proprietate sermonum...

Vergato in littera antiqua dal copista Hermannus de Erfordia a cavallo della metà del sec. XV, il Farfense 8 contiene testi di Isidoro, Varrone e Festo.

La pagina iniziale presenta una grande lettera ornata “I”, eseguita in foglia d’oro con racemi che si allungano nel margine interno e in quello superiore, e una elegante decorazione fitomorfa nel margine inferiore, impreziosita da bottoncini d’oro, che incornicia lo spazio destinato a ospitare uno stemma.

Il manoscritto proviene dalla biblioteca dell'abbazia di Farfa dove fu conservato fino al 1876 quando venne incorporato nella Biblioteca nazionale centrale di Roma in seguito alla legge per la soppressione delle Corporazioni religiose romane del 1873.

Appena digitalizzato e pubblicato nella teca digitale della BNCR è ora consultabile alla pagina:

http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_FARF_8/BNCR_FARF_8/1

Un prezioso codice umanistico contenente le Satire di Giovenale in teca digitale

In Iuvenalis satyras Commentarii

Vergato da Simone Martinozzi di Fano, il cui stemma familiare compare a c. 1r, e sottoscritto "die 14.a decembris, 1459" (c. 197v), il Vitt. Em. 1415 contiene un commento alle satire di Giovenale compilato dal maestro di retorica Ognibene Bonisoli (1412-1474), conosciuto anche con il nome latinizzato "Omnibonus Leonicenus", allievo di Vittorino da Feltre.

Il manoscritto appartenne alla collezione della famiglia Martinozzi di Fano, importante esempio di biblioteca umanistica e di scriptorium domestico, della quale la BNCR conserva ben 16 codici, ed è entrato nelle collezioni della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma tramite acquisto dal libraio Gianfranco Vitali nel 1970.

Appena digitalizzato e pubblicato nella teca digitale della BNCR è ora consultabile alla pagina:

http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_1415/BNCR_V_E_1415/1