Carmelo Bene: l'originale è infedele alla copia

Biblioteca nazionale centrale di Roma

14 marzo 2024 - Presentazione volume

Carmelo Bene: l'originale è infedele alla copia
Carmelo Bene: l'originale è infedele alla copia

Giovedì 14 marzo 2024, ore 16:30, Sala 1

Ciclo Spazi900: letture, incontri, confronti

Presentazione volume
Beatrice Barbalato
Carmelo Bene: l'originale è infedele alla copia
(Pul, 2023)

Saluti
Stefano Campagnolo
Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma​

Intervengono
Filippo La Porta
Marina Geat

Sarà presente l’autrice

Carmelo Bene (1937- 2002), poeta, attore, regista, drammaturgo, scrittore, critico, ha tradotto in performances il continuo processo di risemantizzazione della lingua e della cultura, il loro essere traversate da citazioni invisibili. Le sue opere sono orizzontalmente tessute da fili e fili che si interconnettono in un gioco intertestuale che mette a nudo quanto ogni testo e personaggio non sia che l'integrale degli equivoci che la loro storia vi ha lasciato persistere [parole di Lacan in riferimento alla langue].
Negando ogni logica genealogica, attraverso una pratica filologica à rebours, ha gettato Pentesilea, Salomè, Don Giovanni, Faust, Sade, Lorenzaccio (sono questi i lavori di Carmelo Bene analizzati nel volume) in sentieri ramificati dove interferiscono personaggi, autori e critica. Carmelo Bene ha messo sé stesso in gioco. Ultimo dandy, con sprezzatura ha modulato argomenti complessi destituendo qualsiasi legittimità a traversare il patrimonio culturale muniti di grammatiche e logiche blindate.

I temi trattati nel volume:

- Essere anfibi: Pentesilea e Achille. Carmelo Bene copiando ampi brani della Penthesilea di von Kleist, ne estremizza la narrazione, portando ad interrogarsi sull’identità di genere maschile/femminile.

- Salomè opera di e da Oscar Wilde. La Salomé di Wilde da femme fatale viene mutata da Carmelo Bene in essere maschile, mentre il Battista appare un vampiresco fondamentalista.

- Lorenzaccio: no, non nego la storia, ma io non c’ero. Carmelo Bene traghetta il Lorenzaccio di de Musset, nuovo Bruto, a individuo in balia della propria inanità.

- La superba inettitudine di Don Giovanni. Partendo da un racconto breve di Barbey d’Aurevilly, Carmelo Bene tesse la sua tela intorno alla figura di un Don Giovanni incerto e demascolinizzato.

- Dal Faust di Marlowe al Manfred di Byron. Per rendere inerte la libido sciendi, grande chimera della cultura occidentale, Carmelo Bene parte dal   Dottor Faust di Marlowe (lasciando da parte quello di Goethe). Il suo Faust elettivo sarà infine il Manfred di Byron.

- La decadenza di Caino: da Sade al S.A.D.E. di Carmelo Bene. Il S.A.D.E. di Carmelo Bene costituisce una lettura beffarda della cainità come lembo estremo dell’abbaglio di Sade, che in pieno illuminismo marciando accanto a Kant, costruisce un impero del Male perfettamente razionalizzato.