Arte povera e la "Macchina desiderante". Cerimoniale, rito e materia

Biblioteca nazionale centrale di Roma

30 ottobre 2024 - Giornata di studio

Arte povera
Arte povera

Mercoledì 30 Ottobre 2024, Ore 15.00-18.00,  Sala 1

ARTE POVERA E LA “MACCHINA DESIDERANTE” Cerimoniale, Rito E Materia
Roma - Torino - Milano - Napoli


PRESENTAZIONE e INTRODUZIONE
Giovanni Papi
Centro Studi Roma            
Andrea Cortellessa
Docente e Storico dell’arte     

INVITATI - Interventi e Comunicazioni
Daniela De Angelis
Storica dell’arte contemporanea
Federico Fratini
Filmaker
Simone Battiato
Storico dell’arte e docente
Antonella Greco
Storica dell’arte e dell’architettura
Francesco Gallo Mazzeo
Critico e Storico delle arti visive
Elena Gradini
Storica dell’arte
Marco Maria Sambo
Segretario OAR
Luigi Prisco
Architetto
Benedetto Todaro Quasar
Institute for Advanced Design
Enzo Maria Pinci
Architetto

Arte povera1Giocarsi tutto, sempre e a ogni costo, come nel teatro della crudeltà di Artaud, è la cifra ultima del vitalismo esasperato – della disperata vitalità – di Pascali. (Resta da verificare la notizia – data da Marco Tonelli che l’ha appresa da Vittorio Brandi Rubiu, colui che a Pascali forse fu più vicino in vita – della sua fascinazione per la «critica al consumismo» di film di Pasolini come La ricotta e Uccellacci e uccellini; così come l’air de famille che pare piuttosto preciso, fra certa iconografia “selvaggia” dell’uno e dell’altro, talora indicato dalla critica senza provare a circoscrivere una possibile conoscenza reciproca.) Il che pure basta a distinguere la sua figura da quella dei protagonisti dell’Arte Povera (alle cui prime mostre, per l’occhiuta insistenza di Germano Celant, pure fece in tempo a prendere parte): con la componente ironica e sottilmente mistificatoria, teatrale appunto, ancorché esplosivamente presente e aggettante dalla scena, che ogni gesto di Pascali esibisce sfrontato. Sarà proprio l’artista che in quella couche fu il suo amico più stretto (e al quale la critica tante volte lo ha associato), Jannis Kounellis, a mettere in chiaro la differenza che li divideva: «nel lavoro di Pascali la terra ricopre il cubo di legno, è l’idea della terra, ma non è la terra, mentre il mio mucchio di carbone è un mucchio di carbone. Lì è la differenza,Trent’anni prima Boatto – grande ammiratore di entrambi – li aveva accostati a sua volta, ma appunto per sottolinearne la distanza tanto sottile quanto decisiva: tutti e due cercano di riscoprire «il primitivo in noi stessi, l’uomo naturale» di Rousseau («riportato però e riletto da Lévi-Strauss»); ma mentre Kounellis nel suo élan romantico retrocede davvero al «primitivo» e all’«arcaico», e così si spinge sino alle soglie di «un nuovo inizio» in qualche modo prima della natura, «Pascali appare anche troppo consapevole della frattura e, col gesto sempre un po’ teatrale dello sfidante, accenna a una gara e a un’esclusione»: il suo immaginario è dopo la natura, «spettacolo, gioco, finzione, falso, dove il luogo di riferimento resta sempre lo studio cinematografico o televisivo con tutto il loro parcheggio di oggetti scenici» Boatto allude all’attività dell’artista come scenografo televisivo, sia per le pubblicità di Carosello (talvolta interpretate dall’artista in prima persona) che per i grandi varietà e gli sceneggiati del tempo: un’attività (negli ultimi anni assai studiata, dopo essere stata a lungo negletta) che Pascali svolse da molto presto, quando ancora studiava appunto Scenografia con Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti di Roma (dove si diplomò a pieni voti nel ’59), grazie all’amicizia col grafico pubblicitario e produttore televisivo Sandro Lodolo (molti dettagli preziosi della biografia li dobbiamo non a caso a sua figlia Claudia), e che proseguì sino almeno al ’67. Sebbene Pascali badasse a tenere distinte le due attività, non c’è dubbio che si siano influenzate a vicenda, e non solo forse per certi moduli visivi che ricorrono in entrambe; bensì magari (come ritiene Tonelli) per la vicinanza «tra la sua ricerca costante, ossessiva, frenetica del nuovo e la strategia similare del consumismo pubblicitari. (A. Cortellessa)

Ingresso libero fino ad esaurimento posti | info: giovannipapi1@gmail.com – 3475971510