I predoni del Sahara

Biblioteca nazionale centrale di Roma

17 giugno 2025 - Incontro

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Martedì 17 giugno 2025 ore 16:00 - Sala 1

 

I predoni del Sahara
Una sceneggiatura felliniana ritrovata nella “Biblioteca IsIAO”

Interventi di apertura

Storia di un ritrovamento
Lorenzo Declich
PhD, storico del mondo arabo, archivista e bibliotecario, autore di articoli, saggi, conferenze, curatele e libri, collaboratore ISMEO presso la “Biblioteca IsIAO” (BNCR/ISMEO) fin dalla sua apertura.

Emilio Salgari, il Sahara e l’appropriazione imperfetta
Felice Pozzo
Decano degli studiosi salgariani; autore di articoli, saggi, conferenze, curatele e libri, nonché di
numerose scoperte riguardanti la vita e l’opera di Emilio Salgari.

Il giovane Fellini e la Roma del cinema fascista: tra Aldo Fabrizi e Vittorio Mussolini
Carlo Modesti-Pauer
Antropologo, saggista, regista e autore televisivo, documentarista; collabora con la Rai dal 1998, in
particolare è ideatore e autore del settimanale Wonderland (RAI 4).

Da qualche tempo i collaboratori della “Biblioteca IsIAO”-  Sala delle collezioni africane e orientali della Biblioteca nazionale centrale di Roma hanno recentemente ritrovato la sceneggiatura del film I predoni del Sahara, ispirata a un romanzo di Emilio Salgari, i cui autori sono Federico Fellini, Vittorio Mussolini e Osvaldo Valenti.

Il film, che avrebbe segnato l'esordio di Osvaldo Valenti alla regia insieme a Gino Talamo, non fu mai portato a termine, e da varie testimonianze risulta anche che il giovane Fellini, coautore della sceneggiatura, ne abbia girato in Libia alcune scene, poco prima che l'evoluzione della guerra costringesse la troupe italiana al precipitoso ritorno in patria.
"Siamo in guerra, e, dopo anni di telefoni bianchi e di commedie più o meno riuscite, sono lo stesso Mussolini padre assieme al ministro della cultura Alessandro Pavolini, a chiedere film di propaganda, anzi 'tutto un cinema di guerra o per meglio dire in guerra'. In guerra cioè con gli ebrei di Hollywood, con l’asservimento pellicolare per cui maniere di vita a noi estranee si imponevano a casa nostra attraverso gli schermi” (Corriere della Sera, 13 febbraio 1942).