Giorgio Bassani: il giardino dei libri
Sala Mostre
1 dicembre - 27 gennaio 2004 - Mostra
Il ciclo espositivo Da libro a libro: le biblioteche degli scrittori è giunto nel 2004 all'ottava tappa. Inauguratasi nel 1993 con D'Annunzio, l'attività espositiva ha riguardato Pascoli (1995), Pirandello (1996), Ungaretti (1997), Verga (1998), Manzoni (2000), Svevo (2002). Si tratta di iniziative tese a tutelare e a diffondere un patrimonio trascurato quando non sconosciuto, benché rappresenti un indispensabile strumento per lo studio e la conoscenza approfondita di grandi protagonisti della nostra vicenda culturale. La superstite biblioteca di Giorgio Bassani (1916-1999), conservata presso la Fondazione intitolata allo scrittore nella Città di Codigoro, nel delta padano, è gelosamente conservata dagli eredi che ne hanno inoltre promosso la schedatura.
Di origini ebraiche, Bassani si forma nella Ferrara di Balbo e di Quilici in anni in cui allo quadrismo delle camice nere è ormai succeduta l'organizzazione del consenso: un giornale come il "Corriere Padano", con rubriche dedicate alla narrativa che il regime pretende epica, collettiva, di massa e non indulgente all'introspezione intimistica o alla denuncia della borghesia imbelle (è il caso degli osteggiati Svevo e di Moravia), attrae il giovane letterato la cui vocazione è precoce e sicura.
Approfondimenti di prim'ordine Bassani consumerà poi nella Bologna dei suoi anni universitari, dove Roberto Longhi è il maestro di un rigore estetico e morale che ha inciso su un'intera generazione. Antifascista militante nelle file dell'azionismo, Bassani partecipa alla Resistenza che sarà uno dei temi della sua narrativa pervasa dalla denuncia di chi si è reso complice del regime più per conformismo che per convinzione. Egli non ha, infatti, compiuto il cammino dei battistrada del Neorealismo, di Vittoriani, Pavese, Pratolini (dal fascismo rivoluzionario all'antifascismo), ma è l'obiezione crociana, più borghese che populista, a condurlo alla militanza antifascista. Croce e Omodeo campeggiano pertanto nella sua biblioteca, accanto ai classici italiani a cui si affiancano subito quelli europei che rompono le chiusure del regime. E non sorprende che la drammaturgia, da Shakespeare a Ibsen, sia fortemente rappresentata fra i suoi libri, visto che Bassani sarà un maestro di arte drammatica e che il cinema, che del Neorealismo è la variante più cospicua, lo attrae precocemente, come testimonia non solo la sua attività di sceneggiatore ma anche la sua narrativa tradotta sugli schermi, a monte di un'arte che gli schermi, appunto, presuppone.
Le diverse sezioni della Mostra ripercorrono l'intero itinerario di Bassani: letterario (con una significativa campionatura dei manoscritti delle opere) e cinematografico, tenendo conto poi della sua attività di docente di teatro, del suo ruolo nella RAI e come presidente di Italia Nostra. E non manca di essere testimoniata la sua presenza militante nelle arti figurative (dai dipinti che lo ritraggono a quelli scelti per le copertine dei suoi libri). Più di cento libri, quindi, provenienti dalla superstite biblioteca, con segni di lettura e dediche degli autori, manoscritti delle opere, con esemplari di laboratorio (taccuini, appunti, dattiloscritti con correzioni autografe, bozze di stampa), carteggi con letterati, copioni cinematografici, cartelloni e locandine di film, dipinti prediletti e riprodotti nelle copertine dei suoi libri (Levi, Guttuso, Gentilini, Morandi), oggetti della quotidianità dello scrittore (macchina da scrivere, pipa, cappello.)
Ente promotore: Direzione Generale per i Beni librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d'autore
Sala Mostre: lunedì al venerdì: 10-18; sabato: 9,30-13
Ingresso libero
Ufficio stampa e promozione culturale
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